Da ieri è arrivato m. a montare il parquet.
Dopo avere aspettato diversi giorni che il legno arrivasse, che prima pareva fosse arrivato dal Belgio ma fermo al porto (dal Belgio? via mare??), che poi invece era arrivato al porto sì, ma quelllo di Genova (Genova? dal Belgio??), alla fine m. o forse r. si è scocciato e ha concluso. Ottenendo lo stesso legno 3 mm più spesso, prezzo stracciato.
E così è arrivato il parquet. Scatoloni lunghi lunghi. m. ha fatto un bel buco nel massetto, che a vederlo sembra il buco che faceva nell'anguria Soldino, ricordate?
E con il suo igrometro a carburo ha misurato. umidità residua 3%. Ha telefonato: non va bene. Ha ritelefonato: anzi no, si, va bene, il 3% per un massetto lecacem fast equivale al 2% per un tradizionale. Comincio la posa, dice.
Arriviamo a casa, e lo troviamo che invece spalma una resina sul massetto, con un rullo fa avanti e indietro, e sembra una brava massaia. Ci ho ripensato dice, preferisco dormire sonni tranquilli.
Che strani personaggi questi che mettono il parquet.
Poi arriva il suo "aiutante". E' un uomo di età indefinibile, che cammina rigido come un bastone. Ha mal di schiena, ci spiega.
Hai i baffi neri ed i capelli indietro, ed è rosso, ma rosso come un peperone, veramente. Porta una maglietta senza maniche rossa anche lei, con sopra scritto una cosa tipo "wild surf", improbabile, un paio di braghe al polpaccio e ciabattine infradito.
Io fisso le sue scarpe, e mentre lui parla penso ai cantieri, alle norme antinfortunistica, ai d.p.i. dispositivi-di-protezione-individuali.
Ci racconta scampoli della sua vita, del suo male alla schiena, dei suoi lavori. Sempre muovendosi a scatti, rigido.
Poi vede le plance del parquet che io e r. abbiamo poggiato a terra in salone, per montarci su a piedi scalzi e provare come ci si sente. Gli si illuminano gli occhi, si china e carezza le tavole. Che bel legno, dice.
m. comincia a raccontargli come e a quanto ha strappato il legno al venditore, quello che sta a Certosa e si fa arrivare il legno dal Belgio passando via mare dal porto di Livorno, anzi no, di Genova.
Se la ridono insieme, novelli Robin Hood, anzi no, Robin Wood.
Poi di nuovo si gira, guarda le tavole, le carezza con gli occhi. Che bel legno dice, che bel pavimento verrà - si rigira - mi guarda, specialmente se a montarlo sarò io. E ride.
Che strani personaggi questi che mettono il parquet.
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