lunedì 29 settembre 2008

(vecchio) notturno italiano

lost

devo dire che era prevedibile. che in un trasloco qualcosa si perdesse, voglio dire. ma che a perdersi fossero proprio i miei adorati anfibi no, questo nn lo potevo immaginare. sono disperata. da giorni setaccio stanze stanzini valigie e bagagliai senza esito. ieri siamo perfino andati a pisa a casa di a. a cercarli. niente. se qualcuno avesse un suggerimento per favore si faccia avanti.

domenica 28 settembre 2008

orchis fatalis

adesso va così. la domenica sera 'si fa barnabi' come dice r.
guardato un pò per caso, approfondito grazie a s. & s., che sono veri cultori, anche noi abbiamo cominciato a guardare barnaby e ad apprezzare i ritmi non ritmi di questo improbabile telefilm inglese.
e complice sky, che noi abbiamo e s. & s. no, la domenica sera si guarda barnaby insieme. che per noi poi è anche buona occasione per pulire un pò la casa, e già due volte su due sono arrivati a casa e ci hanno trovato con la ramazza in mano. per la cena, ci siamo detti, si fa una cosa veloce e poi via sul divano. una volta per uno, si prepara da mangiare.
e così è stata la scorsa settimana, pasta al pesto (grazie h., era buonissimo), un pò di pollo gelato e caffè.
stasera invece toccava a loro, e io nn avevo considerato che s. è abruzzese, oltre che brava in cucina. e insomma sono arrivati con insalata di riso, buona, ma soprattutto agnello con il sugo. che era troppo buono, una cosa da stare male. infatti un pò male in effetti mi sento, che ne ho mangiato veramente troppo e ora a momenti scoppio e mi servirebbe un fernet come ieri sera, al matrimonio di a. e m.
l'episodio era 'orchis fatalis', e mi è piaciuto ma non tantissimo, anche se s. era un pò scontenta ma soprattutto rimpiangeva la presenza dell'assistente della prima serie, tale troy, omofobo e impedito alla guida. ma per giudicarlo aspettiamo domani, che barnaby è strano e come le cipolle risale e si assesta durante la notte.
domani magari avremo le idee più chiare.

con mossa agile e felina



or ora tornati dal (bel) matrimonio di a. e m.

mercoledì 24 settembre 2008

martedì 23 settembre 2008

e acqua finalmente fu. leghornpool

praticamente non parlo di altro da mesi.
del mio desiderio di andare in piscina, i mean. ieri alla mia prima lezione nella piscina comunale con cura scelta ero agitata come non mai. del resto ho cominciato a prepararmi un'ora e mezza prima, e nel panico ho chiesto conferma di tutto a r., che mi guardava fra il divertito e lo scocciato. per un istante ho anche avvertito la stanchezza della nuova 'prima volta', e mi sono lamentata a voce alta "che ne sai tu di tutte le piscine e palestre che ho cambiato io nella mia vita". poi mi sono resa conto che il tutto era un pò ridicolo.
così sono andata, e arrivata in anticipo di una buona mezz'ora, che del resto ho perso a capire da dove si entrava negli spogliatoi. mentre aspettavo che cominciasse la lezione, ho avuto modo di osservare affinità e divergenze fra la piscina della città di terra e quella della città di mare.
tutte divergenze mi è parso, di affinità veramente poche.
nella leghornpool si percepisce alla prima occhiata che per loro l'acqua è elemento naturale. sono essenziali. nei costumi, negli accappatoi, nei modi. e non hanno paura del contagio, trotterellano su e giù senza ciabatte per il bordo della piscina.
una energica istruttriche dopo un pò di riscaldamento ci ha spedito senza troppe storie nella vasca da 25 m, senza porsi manco il problema che magari qualcuna non sapeva nuotare tanto bene, che tanto sai, faccio aquagym per dimagrire. niente, giù in acqua a fare vasche su vasche.

mi sono divertita come una matta. veramente come una matta :-)

ah! chiaramente poi non riuscivo a fare manco i due piani per arrivare a casa :-) e stanotte ho dormito, oh se ho dormito!

lunedì 22 settembre 2008

alla pala


lo so la foto è orribile, ma testimonia il pranzo di ieri.

dopo un'avventurosa domenica mattina al supermercato, dove abbiamo comprato di tutto, ma veramente di tutto, abbiamo pranzato a base di schiaccia alla pala, detta anche stiacciata, con mortadella e ricotta al forno, con le mani, nella pace di casa nostra.
con sommo gaudio, pensando che era domenica, e che grazie a dio(?), noi siamo fra quei fortunati a cui di solito è concesso di _non_ santificare le feste (leggasi pranzi con parenti etc. etc.)

sabato 20 settembre 2008

solidarietà

ci hanno rubato le biciclette.
non una delle due, tutte e due insieme. del resto erano legate fra loro e poi al portabici da non una, ma ben tre catenacci di varia foggia e dimensione.
l'altra sera, tornando dalla cantina senese con a., venuto a trovarci per un paio di giorni, con la coda dell'occhio mi pareva di averle viste.
il pomeriggio dopo, mi avvicino alla rastrelliera per andare a comprare il giornale, e mi va di trasverso il mio rito del venerdì esco-da-lavorare-compro-il-giornale-me-lo-leggo-tutto-a-gambe-all'aria.
le bici non ci sono più.
questo furto mi ha fatto andare in bestia, sia per motivi prettamente materiali - vedasi il bagnato di qualche giorno fa, che per motivi affettivi e pratici. che io da fine ottobre mi trasferisco di sede vicinissssimo a casa, e già mi pregustavo la mia vita in bicicletta.
insomma. poi stamane mentre spignattavo ed ascoltavo come sempre la amata/odiata radiotre ho beccato giusto giusto tutta una trasmissione sulla bici, e l'importanza di andare in bici, e le politiche per fare andare la gente in bici, e la bici che ti fa tornare in salute, e la bici che ti restituisce il tuo tempo, e la bici di qua, e la bici di là. il sangue ha ricominciato a bollire.
grrrr!!!! ladri!!! ridatemi la mia bici!!!
e alla fine allora ho deciso. d'ora in poi per protesta io andrò solo a piedi, dovunque a piedi, basta. bene, dice r. quando glielo annuncio. infatti, continuo allora tutta ringalluzzita, anche a casa di j. (che è la nostra amica che a livorno abita più lontano da noi, insieme a v.), ci andremo a piedi!
no, replica serafico lui, tu andrai a piedi. io andrò in macchina.

luna e gnac



mercoledì 17 settembre 2008

saMbuco


mi diverte molto questa cosa che una cosa semplice - rifoderare un divano - abbia poi risvolti romanzeschi inaspettati.
anche se conoscendo il personaggio - mia madre - me lo dovrei sempre aspettare. e premettendo anche che con gli anni ho imparato ad apprezzare questo aspetto, che prima mi destabilizzava molto, i.e. mi faceva venire la bava alla bocca.

comunque, torniamo al romanzo in essere. ieri sera la richiamo. argomento sempre lo stesso, la stoffa, come tingerla, il viola naturale ed il sambuco. tutto bene, mi rassicura, ho chiamato p.u., e dice che c'è un solo posto in sicilia dove c'è il sambuco... e indovina dove? (in cima all'etna, sull'isola delle femmine, a scicli ho il tempo di pensare io...) a ferla! dove andiamo sempre... solo che c'è un problema, è dentro pantalica, che è riserva (patrimonio naturale dell'unesco n.d.r.), e quindi non si può raccogliere...

ma tanto noi lo chiediamo a quelli della forestale, aggiunge poi... me la vedo già, con la sua aria candida: "mi scusi sig. forestale, mia figlia, quella grande però, perchè io ne ho due, anche un maschio in verità, che però non lo vedo tanto e poi porta sempre le cose da lavare e io gli dico... comunque, mia figlia ha comprato un divano... no, che poi in realtà ne voleva un altro, ma insomma costava, e poi io gliel'ho detto che era meglio..."

mamma non credo che te lo consentano, obietto. ma guarda che mica sradichiamo la pianta, dobbiamo solo raccogliere le bacche, replica. ma in fondo il giallo delle cipolle mi sa che ci piace, potremmo fare con quello, cerco di argomentare, no, ribatte sicura. io oggi l'ho vista la mia amica, quella lì, quella che dipinge, e me lo ha confermato, che il colore violino che viene è proprio una delizia.

e poi, aggiunge, p.u. me lo ha rivelato, vicino pantalica c'è una pianta anche fuori dalla riserva, vicino ad una robinia, ecco io e tuo padre questo fine settimana andremo là, e raccogliamo tutto il sambuco che serve.

ora, ve li immaginate voi, il prof. con il suo sigaro il giornale sotto braccio e la sua signora con il suo ciuffo sugli occhi, in giro per le valli di ferla alla ricerca della pianta di sambuco, quella là, quella vicina alla robinia? io si. ma sarà deformazione familiare.

questo non è periodo di sambuco

almeno così mi ha detto mia madre ieri sera tutta preoccupata al telefono. per fortuna che le cipolle dorate invece ci sono sempre.
ma partiamo dal principio. questo è il divano che abbiamo appena comprato in uno dei nostri soliti giri.
lui - il divano - non ne abbia a male, perchè è molto carino secondo noi, ma il prezzo è stata la discriminante fondamentale.
deve ancora arrivare a casa, ma ci stiamo già attivando per rifoderarlo. passo n. 1 trovare la stoffa. chiamo mia madre. mi offre una stoffa di lenzuola che non sto a spiegarvi comunque c'entra una terza persona, la sua bisnonna, una eredità ed un corredo. giuro.
ma è chiara, non va bene per noi che la sporcheremmo in un minuto. non c'è problema, replica lei, la facciamo tingere, con colori rigorosamente naturali - ci mancherebbe - dalla sua amica quella là, quella che tinge le stoffe. fa un viola che è veramente delizioso, hai presente, quello a pagina xx dell'ultimo numero di D. prendo D, guardo la pagina, si mi piace, per me va bene.
però lo devo fare vedere a r., le dico, che siccome non è che vede i colori come noi, le spiego, magari non lo apprezza.
così chiudo, faccio vedere il colore a r., r. approva, la richiamo e dò il nostro benestare.
bene, mi fa con piglio manageriale - chi conosce mia madre sa, conosce - domani mattina ho appuntamento con la mia amica, quella là, e le porto la stoffa. speriamo che basti, insinua. si mamma, falla bastare, replico - comincio a essere stremata.
ieri sera allora la chiamo. beh? le faccio? allora? allora cosa? (grrrr) la stoffa! ah, replica laconica, stasera devo chiamare p.u. e poi vediamo. p.u.? chiedo io? si, risponde lei, lui è un naturalista, e forse ci può aiutare, perchè la mia amica me lo ha detto, questo non è periodo di sambuco.
e quindi? replico io, ma oramai ho ceduto, ho capito che non avrò la stoffa prima di 6 mesi. senza sambuco niente viola, come credi si faccia il viola, replica piccata lei.
però, aggiunge, per fortuna le cipolle dorate ci sono sempre. e quindi si può fare uno splendido giallo.
giallo. e chi lo dice a r.? ma in fondo le tende da rosa sono diventate giallo oro (anche se questa è un altra storia), il sambuco potrà trasformarsi anche in cipolla, o no?

tende accompagnate

e allora le facciamo vedere pure a voi: ecco le sig.re tende di auroramica

:

domenica 14 settembre 2008

sul bagnato.


eccola, la multa che abbiamo preso in scali degli olandesi. fradicia della pioggia di ieri mattina, e stesa sul cruscotto ad asciugare.
a nulla sono valsi gli studi fatti sulla geografia della città, nè la mail spedita al comune, per capire esattamente dove possiamo parcheggiare con il nostro bel permesso zona M.
non abbiamo capito. scali degli olandesi è blu=gratis, ma massimo due ore. e così ci becchiamo 36 euro.
che dire? piove. sul bagnato.

sabato 13 settembre 2008

venerdì 12 settembre 2008

leghornwork


ieri sono stata qui.
bello vero? un pò scomodo da raggiungere, ma merita.
il lavoro si prospetta complesso e faticoso, ma la 'location' è di certo la più affascinante che mi sia capitata fino ad ora.

giovedì 11 settembre 2008

abitudini.



cominciamo ad essere un pò sommersi dalle 'cose'. e io un pò detesto le 'cose', la 'robba'. la "robba" abbonda. e tende ad accumularsi.

per esempio abbiamo una serie di vecchi piatti di richard ginori che io adoro. ma anche altri vari, tutti un pò rotti e scheggiati, alcuni fra l'altro grossi e pesanti che non entrano manco in lavastoviglie (ormai discriminante fondamentale).

e poi invece la zia l., dismettendo la sua casa di ortigia durante una surreale mattinata presenti anche mio zio g. e mia madre, durante la quale r. ha avuto un assaggio della follia di famiglia, ci ha regalato un servizio da 7 (7?) di carinissimi piatti ovviamente retrò dei bei tempi andati come piacciono a me.

che io ho diligentemente messo su nello scaffale, bene in alto, per le 'cene con gli ospiti'. già già, ho proprio detto così, in punta di piedi sullo sgabello mentre li sistemavo.

le 'cene con gli ospiti'. che poi di ospiti ne abbiamo già avuti, e abbiamo mangiato nei piatti dove mangiamo noi. che ci siano allora ospiti più ospiti degli altri?

e poi l'altra sera ho avuto l'illuminazione, e mi è venuta in mente la mamma di r., che a casa ha 5 servizi di piatti, dal 1963 ('64, ndR) anno del matrimonio. anche lei forse in attesa di quegli ospiti, quelli là, quelli più ospiti degli altri.

quindi ho preso la mia bella scaletta e ho fatto un cambio piatti, buttati quelli vecchi e brutti, messi in alto quelli richard ginori, e ora si mangia con questo fantastico servizio da 7. carino, vero?

mercoledì 10 settembre 2008

cortesie per gli ospiti. riflessioni

nel giro di due giorni ricevo notizie che mi fanno riflettere sull'assetto della casa. ieri p., amica di r., gli scrive una mail con in attachment una ecografia. nella quale annuncia la sua maternità.

io e r. sorridiamo, conoscendo p. e anche il v., sono così improbabili nel ruolo di famiglia perfetta da essere perfetti nel ruolo di famiglia reale.

poi oggi mi sento in scaip con i., che mi dà subito la notizia: marzo.

allora mi dico, qui è un casino.

insomma fra pargoli già in giro - la m., punto g. - e pargoli in arrivo m., p., i. qui bisogna ridefinire l'assetto della casa, la stanza degli ospiti là sopra, quelle scale tutte ripide e un pò puntute per il soppalco.

mmm... toccherà trovare uno spazio per cullette nella camera degli ospiti?

e riempire di gommapiuma tutti gli scalini?

(ché poi questa è solo tutta una scusa per dire: sono contenta per te p., anche se ti conosco poco, sono contentissima per te, i., che ti conosco tanto, che sei stata così importante per me, e che so cosa significa questo per te)

lunedì 8 settembre 2008

casalinghitudine

pavimenti a scacchi con mattonelle bianche e nere.
tenete bene a mente: se qualcosa di veramente macchiante e indelebile e mai più toglibile manco se vi mettete carponi con lo straccetto in mano, ecco, se una cosa del genere deve cadere sul pavimento, sappiate che, fra una mattonella bianca ed una nera, preferirà sempre cadere sulla bianca.
è così. è una legge della vita. dato tale assioma i più accorti di voi, se volessero aiutare il fato, o portarsi avanti con il lavoro, potrebbero allora scegliere già dal principio un bel pavimento a scacchi con mattonelle nere e nere.
così faro io nella mia prossima vita, quando mi dedicherò alla prossima ristrutturazione.

le vite degli altri

questo è l'aspiratore del bagno piccolo. necessario visto che il suddetto è senza finestra.
che per metterlo abbiamo discusso varie volte con f., che faceva finta di dimenticarlo, e poi lo ha messo passando per praticamente tutte le stanze della casa. giuro. tutte.

insomma l'altra sera entro in bagno, e sento un brusio. era lui. l'aspiratore. ché lui mica lui lo sa in che direzione deve aspirare. così, se è acceso, aspira le puzzacce del bagno fuori di casa. se invece è spento, aspira i rumori di fuori di casa verso il bagno.

e siccome noi sotto casa abbiamo un ristorante, l'altra sera in bagno sembrava di essere là sotto, seduti a tavola, fra rumore di posate, chiacchere e risate.

potrebbe essere un oggettino da brevettare, magari per anziane signore che si sentono un pò sole.

domenica 7 settembre 2008

la cacciata dall'eden


stamane di buon'ora, si fa per dire, ci siamo incamminati verso il mare.


dopo una breve riflessione nonchè ricognizione meteomarina (c'è vento e a calignaia niente bagno, andiamo a tirrenia, si ma è domenica è c'è casino, ma dai è il sette settembre, andiamo...) ci siamo quindi avviati lemme lemme verso tirrenia, potendo ammirare nel tragitto le belle costruzioni di calambrone.


arrivati dove avevamo deciso di andare, entriamo quindi dall'ingresso del tautologico lido bagni lido, e svoltiamo a destra alla ricerca della spiaggia libera.


arrivati in spiaggia il tempo è nuvoloso, molto nuvoloso. scegliamo un posticino, ci mettiamo là, no lì, ma dai va bene qui e cominciamo il rito. telodamare (che i più chiamano asciugamano ma da noi in sicilia si chiama tovaglia), steso, via scarpe, vestito, fuori il giornale che bramo leggere da mò, da quando cioè r. stamane è sceso a comprarlo.


raccomando a r., memori anche dell'esperienza dell'altroieri, di spalmarsi abbondante crema. e mentre lui comincia, si avvicina un dicasi bagnino, maglietta rossa abbronzatura d'ordinanza. comincia a parlare, ma io sono distratta dalla collana di tatuaggi che si intravede dalla canottiera. al tatuaggio non vi è mai fine, penso. un tatuaggio, del resto, ormai non si nega a nessuno.



ci chiede se abbiamo il pass. che pass? quello del campeggio, ché la spiaggia è del lido (lido sanmiscel), e solo agli ospiti del suddetto - campeggio - è permesso di poggiare il loro campeggioso culo sulla santa sabbia di proprietà del lido stesso. e che se vogliamo usufruire dello stesso privilegio dobbiamo tirare fuori 5 euro a testa.


ora, a parte che non si tratta di proprietà ma dicasi concessione. a parte che se ti giri intorno caro il mio collanato bagnino ti accorgerai che nel tuo lido ci sono n. 3 persone, contro n. 3cento ombrelloni chiusi. a parte che se poi alzi la capoccia ti renderai conto che sta venendo a piovere. a parte che oggi comunque è il sette settembre, SETTE SETTEMBRE, e non vorrei dire ma la tua stagione mi sembra abbastanza finita.



a parte tutto questo io 10 euro mica sono sicura di averli. cioè magari si, ma insomma, mica mi metto a cercarli per poi non trovarli qui davanti a te.


ci guardiamo un attimo con r., il dado è tratto: se cacciata deve essere cacciata sia.


così ci siamo ri-vestiti, ri-caricati tutto il necessaire, e dopo breve riflessione abbiamo virato verso marina di pisa, località molto più popolare, e quindi più adatta a noi, cacciati dall'edensanmiscel. anzi a quel punto ce ne siamo andati al bar, dove i 10 euro li abbiamo utilmente spesi in due birre piccole e una mezza piadina al formaggio e prosciutto a testa. alla fine delle quali - birre, i mean - eravamo completamente ubriachi, lo so siamo indegni, e per festeggiare allora abbiamo preso un'altra birra piccola e un'altra piadina.


così dopo avere santificato ben bene la festa ce ne siamo tornati verso casa con un'immensa voglia di pollo arrosto, e siccome siamo due ragazzi molto fortunati abbiamo anche trovato una polleria aperta, dove una sorridente matrona labronica ci ha incartato pollo arrosto e panzanella.


così siamo arrivati a casa per finire di mangiare, e poi dormire come si deve.



e siccome la morale serve sempre io oggi vi dico non andate mai al lido sanmiscel, viva il bar di marina di pisa e le matrone che alle due sono ancora aperte per fornire polli e panzanella a poveri viandanti come noi.


ah! dimenticavo: se per caso ce ne fosse bisogno, questa è la conferma che la cacciata dall'eden è stata una gran cosa :-)


sabato 6 settembre 2008

H lignaja

dopo aver aiutato j, ir su fratello, ir su omo l e l'amico c (credo, tanto per di' già mi sono dimenticato il nome del fratello di j, mi perdonerà, mi sta pure siNpatico) a rovinare un po' di mobili enormi cercando di portarli in casa, siamo tornati a casa a prendere i costumi e siamo usciti di nuovo.


andando verso sud, lungo l'aurelia, mare a destra ovviamente, passando davanti a questo polito invito a comportarsi in modo civicamente accettabile:



si scende, si scende, e poi si arriva qui:



scoglio, scoglio, scoglio; sotto il ponte invece una spiaggetta, di sassi, ma spiaggetta.

il mare era troppo mosso per fare il bagno, quindi ne ho approfittato per diventare color rosso mattone peperonato della serie "tanto è il 5 settembre figurati se mi scotto non servirà neanche la crema". m.

il posto, preferito di l, è davvero bellissimo, anche se a me dà un po' noja averci il ponte lì vicino; è anche bello, sotto, da guardare, ma mi fa un po' koyaanisqatsi (la scena di quelli che prendono il sole accanto alla centrale nucleare). ho detto un po', eh...

venerdì 5 settembre 2008

nulla, de!

in questi giorni ci ritroviamo sovente ad avere bisogno di diciamo 'prestazioni speciali', cose che esulano un pò dal semplice supermercato, o giornalaio, o panificio. e così ci ritroviamo come in una caccia al tesoro a cercare di capire come trovare cosa ci serve.
ieri per esempio ci serviva di tagliare una barra di acciaio per fare un comodo appendiabiti. così r. è sceso dal tipo che fa le chiavi sotto casa (su di lui e sulla sua famiglia scriveremo poi a parte, perchè veramente meritano un capitoletto) e gli ha chiesto se ce lo poteva fare lui. detto fatto.
oggi invece ci serviva di montare la nuova targa - quella che ci permette di andare in due - sullo scarabeo, così siamo andati due vie più in là, dove c'è una concessionaria della piaggio, ove un gentile ragazzo ci ha fornito portatarga, rivetti (?) ed alla fine si è offerto lui di montarci la targa.
in entrambi i casi alla fine del lavoro r. ha chiesto "quanto ti devo?", ed in entrambi i casi si è sentito rispondere "nulla, de!". risposta data con fare imbarazzato frammisto scocciato della serie ma cosa ti pensi te che io ti faccio pagare le stronzate sono un lavoratore serio io.

scusaci signore delle chiavi sotto casa, scusaci gentile ragazzo della piaggio, la colpa è nostra, ma veniamo da una città, noi, dove per gonfiarti una ruota di una bicicletta ti chiedono un euro.

vedremo di metterci in riga al più presto.

giovedì 4 settembre 2008

ordine e felicità

sono (r) sicuramente la cosa più lontana da un esperto di storia, ma che dico esperto, diciamo anche un qualsiasi studentello delle elementari col grembiule nero e il fiocco rosso (uno di quinta, insomma); né tampoco sono uno che si sia mai lontanamente occupato di lapidi, iscrizioni, epigrafi. ma peraltro non ho nemmeno sedici anni. 
be', da che sono nato, è la prima volta che mi casca l'occhio su una iscrizione "contro". la leggo stasera qui a livorno, in piazza della repubblica - mentre lotto contro il vento che cerca voracemente di mangiarmi il gelato popolare - una piazza che in realtà è un ponte di 220 metri sul fosso reale.

martedì 2 settembre 2008

berlino


da queste parti si respira voglia di vacanza. intendiamoci, ufficialmente saremmo in vacanza, io non vado in ufficio e r. fa il minimo sindacale. e poi ogni sera abbiamo qualcuno a cena, ma di questo parleremo un'altra volta.

ma anche se la vacanza è ufficiale, e io mi districo fra letto, libro, tivvù e passeggiatine facendo cose su e giù per la casa, la voglia di vacanza si sente.

me ne sono accorta grazie all'oggetto in foto, detto vassoietto. ce l'ha regalato la nostra amica b., che vive a berlino, ce lo ha spedito per la precisione. ecco, ogni volta che lo guardiamo, e accade spesso visto che sta in cucina vicino al lavello, sospiriamo "come vorrei andare a berlino..." e ricordiamo la vacanza dell'anno scorso, quando siamo stati 5 giorni a berlino, ospiti proprio di b.

che poi a volere essere precisi, è stata una vacanza un pò sui generis, ché causa un mio disturbo - terribile colite nervosa dovuta a stress - abbiamo veramente fatto pochissimo a parte passeggiare, mangiare e visitare farmacie ove parlassero inglese male come noi alla ricerca di miracolose medicine.

insomma di questi 5 giorni passati principalmente a letto, a casa di b. che da vera ed organizzatissima tedesca guardava inorridita la nostra indolenza, noi abbiamo un ricordo celestiale. berlino poi è abbastanza straniera da farti sentire in vacanza ma abbastanza familiare da farti sentire a casa.

così ogni volta che pensiamo alla vera vacanza, finiamo per evocare berlino. preparati b., che a primavera torniamo.


p.s. per inciso, dopo quella colite, ho deciso definitivamente di cambiare lavoro, città, e, spero un pò anche vita.