lunedì 28 aprile 2008

Dei soppalchi ed altri demoni

Ricapitolando, i soppalchi sono tre.
Ricapitolando, visto che l’altezza è quella che è, abbiamo scelto un ‘in medio stat virtus’, e quindi 190 sotto e 160 sopra.
Che significa sotto solo quelli altezza non sopra la media e sopra solo i bassetti.
Poco male in verità visto che noi bassetti lo siamo davvero, e non crediamo neanche all’evoluzione della specie. Poco male in verità quando poi metti tutto insieme e giochi al piccolo arredatore architetto designer e allora inventi a ruota libera: “Tutto torna! Di qua: la zona notte piccola raccolta e riservata. Di là: la zona giorno, per tutti, con grandi archi e piene altezze”.
Ma questa scelta a lungo meditata e masticata e letta e riletta e misurata non tiene conto della notte. Dove, appena spenta la luce, mi si ripresentano regolarmente tutte le ombre della giornata. Quando, appena girate le spalle e rimboccate le coperte, ho l’impellenza, l’urgenza, la necessità di chiacchierare, aprirmi, fare le domande: “Amore? Dormi? Ma secondo te i soppalchi li abbiamo fatti troppo bassi?”
E non hai il coraggio di ammettere che tu, a questa bellissima casa, vorresti fare quello che facevi da piccola quando andavi a chiedere la carta di identità: aggiungere qualche innocente centimetro di altezza….

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