mercoledì 30 aprile 2008

Fibonacci: mission impossible


La odio.
Me la sogno da 4 mesi. Progetto calcoli misure spessori tipodilegno. La odio. Meno male che a casa c’è il camino. Sì, perché ce la porto, ma a pezzi. Quanto vorrei un trattore per passarci sopra.

Oggetto: la libreria per l’ingresso, appena entri a sinistra. Bella, altissima, sottile, calcolata. m.

Lei è da quando andava a scuola, in quel paesino piccolo piccolo, che ha una passione per Fibonacci.
Lui era un ragazzo intelligente ma non si applica, sai come si dice. Pure lui andava a scuola, ma Fibonacci manco sapeva chi era. Lui però a scuola ci andava lo stesso, che dall’asilo se n’era scappato dopo tre giorni, povera zia, quanta paura, dalle suore andava, ma a scuola tutto sommato ci andava volentieri. Lui andava a scuola e gli anni passavano. Insomma, fatto sta che poi Fibonacci folgorò pure lui.Mò nessuno si ricorda chi ha cominciato, sai quando nel cortile due si cominciano a pigliare a cazzotti, vai a sapere. Fatto sta che viene fuori questa idea di disegnare la libreria seguendo in qualche modo la serie di Fibonacci, quella che ogni numero della serie è la somma dei due precedenti. E noi l’abbiamo fatto coi quadrati: 20, 30, 50. Il risultato si vede nella foto. Non è ancora chiusa. E probabilmente mai lo sarà.
La odio.
Era bellissima.
Un modulo, 9 ripiani, di cui 3 quadrati. Poi va be’, c’è lo spessore del legno. Facciamo che è da 15mm, perché deve essere aaaaalta. E poi c’è la porta. Una bellissima porta scorrevole di mio nonno, cornice in legno e vetro in parte satinato, in parte trasparente. Misure della porta: 109x227. Mille conti che manco ve li sto a dire su come fare il modulo perfetto, il modulo dei moduli, che mettesse insieme Fibonacci e la porta. Comunque, alla fine, calcoli fatti.

Chiedi al falegname quanto vuole. Tremilaecinquecento euro bianca opaca, mica lucida come la vogliamo noi. Tremilacinquecento euro. Che ci facciamo un altro bagno con tremilacinquecento euro.

E allora sai cosa? ce la facciamo noi con il legno della grande catena faida the. L’MDF è bello liscio. Con una bella mano di turapori magari si vernicia bianca e viene bene.

Ce lo taglieranno al millimetro? E se poi non si chiude? Vai, rischiamo.

Chiodi o viti? Per le viti, lo si sa: prima fare buco con trapano, poi avvitare vite. Totale 128 buchi più 128 avvitamenti per modulo, per sei moduli fa 896 operazioni. Roba da chiodi.

Poi colla vinilica per legno. Pennellino. Legno tagliato perfettamente. Siamo a cavallo. Torni a casa, stendi il cellophane a terra, cominci. Prendi misure, segni con la matita, stendi la colla, incolli, giri, inchiodi. Sarà. Ci siamo scordati 2 pezzi.

Torna al faidatè, fattelo tagliare, tornaccasa, misura, segna, incolla. Sì, ok. Forse ci vorranno anche le viti. Ma al secondo piano già ti rendi conto, e ovviamente non lo puoi ammettere, che qualcosa non va.

Al secondo piano capisci che hai appena partorito un animale sai tipo una minuscola giraffa. E’ viva, ma scordati che rimane in piedi. E’ fragile. Troppo fragile. Casca. L’MDF pesa un megakilo al centimetroquadrato. Senza qualche staffa non si reggerà mai.
E anche con le staffe, mica mi piace l’idea di mettermi questa giraffa lignea alta più di tre metri in corridoio che poi un giorno passa sotto casa un bel camion (si, lo so, non ci dovrebbero passare) e il peso della cultura oscilla, aspetta un millisecondo in sospensione e poi con un ghigno malefico mi guarda negli occhi e mi travolge. No, no. E poi magari mi si rovina il parquet. O il cemento?...

m. mi sa che della libreria, ATTORNO ALLA QUALE ABBIAMO PROGETTATO PRATICAMENTE MEZZA CASA, toccherà riparlare.

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