mercoledì 7 maggio 2008

PER TRE PUNTI

Ieri sera siamo andati a comprare le luci da terra.

Quelle per la libreria dell’ingresso che insomma ancora non ve lo abbiamo raccontato ma pare che si faccia, con qualche piccola modifica decisamente sostanziale ma pazienza… Io non amo andare a comprare. Non mi piace. Non mi diverto. Anche perché, diciamolo, mi capitano cose del tipo

V: “Mi scusi cercavo la Trilogia della città di K ma non la trovo…”
C: “Di chi è?”
V – voce paziente - : “Di Agota Kristof”
C: “Cerchi sotto la C”

A questo punto che fai? Ti giri e te ne vai. Mi salta proprio la mosca al naso alle prese con persone? commessi? addetti? così…. così! Mi si scatena il difetto peggiore: quella innata capacità di affondare il coltello ben bene, e poi girare, e girare, e girare…

Insomma, siamo andati a comprare le luci da terra per la libreria.

In un megamaxi negozio pieno pienissimo di tutte le più belle e costose lampade in commercio… dando uno sguardo così, superficiale, ce ne saremmo comprate volentieri una ventina…

Arriva lei, “l’addetta”. Si presenta un po’ male. E’ magra, molto magra, e io diffido delle donne così magre. Mi preparo alla pugna. Gamba destra avanti, sinistra indietro, mani alte. Primi due scambi. Apro le danze con una precisazione acida. Mi guarda con aria interrogativa. Ha due occhi azzurri enormi. Sembra un folletto. Mi spiazza. Continua a parlare, spiega, illustra.

Devo retrocedere e ritirarmi in buon ordine. E’ carina, gentile, e moooolto preparata. Le piace quello che fa, e si vede.

La stupiamo un po’ con la nostra capacità di fare velocissimamente conti in diretta, allenata con mesi di tentativi di quadratura cerchio. Ci stupisce un po’ con una considerazione sulla geometria delle luci, un po’ diversa da quella che si impara a scuola.

Perché, se è vero che la geometria dice che per due punti passa una sola retta, l’illuminotecnica dice che per tre ci passa meglio. Per cui è sempre meglio prendere almeno tre luci.

La cosa mi affascina terribilmente e per qualche minuto non penso ad altro.

Ma alla fine noi siamo testoni, ed usciamo avendo ordinato solo due luci.

Sono bellissime e non vedo l’ora di poterle accendere.

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