venerdì 8 agosto 2008

rationell variera. sull'ordine naturale? delle cose

l'altra sera riflettevo.
mettevo in ordine le posate, con il nuovo acquisto € 1.99 che r. si è già lamentato che nn ho candeggiato prima di metterlo a posto.

era un momento di tranquillità, estate, dopo cena, finestre aperte, da fuori i rumori di chi come me "rigovernava".

e riflettevo sull'ordine.

ho sempre avuto problemi con l'ordine.

sarà che è la stessa cosa del "l'ordine!" cosa alla quale sono del tutto allergica. ti ordino di.

sarà che a casa mia dell'ordine è sempre stata fatta beffa, valore borghese fatto di tinelli e sale da pranzo con i divani ancora incartati con il cellofan.

sarà che sono un bradipo, una donna pigrissima ed indolente che al fare preferisce, o preferirebbe, l'oziare.

sarà.

con il tempo, e dopo anche un periodo buio nel quale ho sviscerato tutti i perchè e per come e svelato tutte le maschere sull'argomento "casa mia e l'ordine" (l'etichetta borghese spesso solo a nascondere le proprie debolezze, o incapacità, o mancanze, o forse anche desiderio inconfessabile di salotto piccolo borghese), ho cominciato a pensare all'ordine in un modo diverso.

l'ordine come modo di non essere schiava delle cose, l'ordine come modo di trovare il famoso bandolo della matassa in quei giorni che la coscienza oscilla, e la mente vacilla.

l'ordine come semplice ordine.

chi mi conosce un pò sorriderà probabilmente, e si farà un pò gioco di me, e del mio supposto ordine.

ma insomma, ricordiamoci sempre, oltre a dove siamo, da dove veniamo.

e per da dove vengo io, questo, è un gran risultato.




2 commenti:

lamella ha detto...

oridne...si. ma anche senso estetico. si apprezza assai la forchetta tra i cucchiaini ed il colino rosso cordinato al cavatappi. tre jolì!

vicaryo ha detto...

ti mancavamo, eh?

v.